Dopo aver conquistato il cinema italiano con “Favolacce” e “Volevo nascondermi”, che gli è valso l’Orso d’argento come miglior attore, Elio Germano torna a calcare il palco teatrale. E lo fa in maniera inedita e innovativa: uno spettacolo in realtà virtuale per immergere lo spettatore in una realtà spiazzante.
“Segnale d’allarme. La mia battaglia VR” è il film tratto da un monologo teatrale girato proprio allo spazio Tondelli di Riccione; il TTV Riccione Festival l’occasione migliore per riportarlo a casa.
Indossate i visori, lo spettacolo è intorno a voi.
Naufragati in un’altra realtà
Siete sul terrazzo di Villa Mussolini, il sole sta tramontando; volgete lo sguardo verso il mare e quando vi girate, vi ritrovate in una sala teatrale. La raffinata e suggestiva Villa ha lasciato il posto alla platea dello spazio Tondelli: accanto a voi tanti altri spettatori, tutti intenti a seguire Elio Germano che si prende la scena a 360°.
Non avete corpo, siete solo occhi che seguono l’attore, orecchie che ascoltano le sue parole. Ed Elio parla, parla: racconta dell’Italia, cosa va ma soprattutto cosa non va; cosa si potrebbe fare per cambiarla; cosa succederebbe se il pubblico si trovasse su un’isola deserta dopo un naufragio, chi sarebbe utile e come. Il pubblico attorno a voi annuisce, applaude, partecipa, si confronta; voi invece siete soli, a dover affrontare le questioni che simpaticamente Elio vi propone.
Colpo di scena
Tutto d’un tratto il clima in sala cambia. Il monologo diventa un comizio, le proposte si fanno imperativi e slogan; il teatro diventa piazza politica e sul palco non c’è più l’attore, c’è la storia. Quella che ha visto l’ascesa dei totalitarismi un secolo fa, ma attualizzata secondo i dati odierni. E al pubblico piace, eccome se piace: grida, si arrabbia per le ingiustizie presentate, appoggia le soluzioni proposte che assumono sempre più lineamenti dittatoriali. E voi siete circondati: fino a pochi minuti fa eravate anche d’accordo con il quadro tratteggiato, ma ora la situazione è fuori controllo.
Nel frattempo dei volontari marciano verso il palco, portando lo stendardo di questo “nuovo” movimento politico e inneggiando cori coinvolgenti: “la mia battaglia VR” è l’attualizzazione del “Mein Kampf” di un certo Adolf Hitler. E mentre scorrono in bianco e nero le immagini di archivio della Seconda guerra mondiale, il visore si spegne e vi riporta alla realtà. Ma quale?
Le parole dell’autore
Al termine dello spettacolo è presente Elio Germano, pronto a rispondere alle domande del pubblico: perché questa attualizzazione e soprattutto perché in questa modalità.
“La realtà virtuale serve a immergere lo spettatore nella situazione: si ritrova isolato, circondato da attori che sostengono lo spettacolo, ad affrontare le questioni proposte dal monologo. Ed è una cosa seria: la politica oggi si basa su slogan che non permettono di approfondire davvero i problemi e questo dimostra che abbiamo tanto da imparare dalla storia. Abbiamo racchiuso il nazi-fascismo in etichette sterili, dipingendolo come una cosa passata ed estranea che non ci riguarda. Questo spettacolo vuole mettere tutti in guardia e riportare la giusta attenzione sulle cose importanti”.
Perché ve lo consiglio?
Perché la storia è più attuale che mai.